la guerra che coinvolge Israele e la Palestina, rischia oggi drammaticamente di allargarsi, sia per il possibile intervento di stati o fazione terze, ma anche per la minaccia terroristica da pare di “cani sciolti” e non, in tutto il mondo occidentale.
D’altra parte, lascia sconcerto anche il parere, più o meno nascosto, di ogni esperto militare di ogni esercito occidentale. La verità è che strategicamente parlando quella guerra non si può vincere, per il semplice fatto che anche asfaltando completamente la striscia di gaza, è impossibile cancellare dalla faccia della terra i discendenti delle opposte fazioni, che tornerebbero prima o poi in futuro, a ripetere gli stessi errori trascinando con loro, anche chi non è dello stesso loro parere e molte altre nazioni del mondo.
Quindi è interesse di tutti i cittadini del mondo cercare una soluzione duratura di questo pericolosissimo conflitto anche imponendola alle fazioni sul campo.
La presente è una idea di massima, ancora molto da affinare ma che cerca di
andare nella giusta direzione. La proposta si articola in tre fasi:
1° Fase, campagna mediatica (sia autoprodotta che non) che tenda a creare
una idea condivisa a livello mondiale, riguardo a un necessario
commissariamento sia dell’ attuale governo Israeliano che Palestinese, da parte
delle nazioni unite (il cui ruolo e potere va immediatamente aumentato).
2° Fase, invio di una massiccia forza militare di interposizione sotto il
diretto comando delle nazioni unite. Le stesse forze occuperanno anche tutti i
territori occupati illegalmente da Israele e vi terranno libere elezioni dopo
una fase costituente in cui si pubblicherà la costituzione del nuovo stato
creato con pari diritti e doveri per tutti. Israele ritornerà ai territori di
origine del 1948, e il governo palestinese sarà limitato alla sola striscia di
Gaza.
3° Fase, nel nuovo stato creato sotto l’iniziale protettorato delle nazioni
unite, si avvieranno istituzioni democratiche con libere elezioni. Lo stato accoglierà
qualunque cittadino di ogni popolo sia disposto a considerare suo pari ogni
altro cittadino a prescindere dalla razza, dalla religione o dal credo
politico. Tuttavia chiunque proclami la supremazia di un qualunque gruppo sugli
altri sarà espulso, in Israele se estremista Ebraico, e nella striscia di Gaza
se estremista Palestinese. SI creerà cosi oltre che l’inizio di un processo di
pace , anche un importante esperimento sociale di vera democrazia che potrebbe
attirare e polarizzare tutto il meglio della civiltà mondiale.
E’ perfino ovvio che questa proposta oggi sembri utopistica. Tuttavia quando
sono finite le opzioni possibili, tocca fare lo sforzo di vedere il problema
con nuovi schemi mentali di riferimento, per trovarne una qualche soluzione ed
evitare l’ampiamente previsto peggioramento di una sitazione gia effettivamente
critica.
A distanza di qualche anno e con il consolidamento del nuovo stato
democratico di interposizione creato, si dovrebbe anche tenere un tribunale
internazionale simile a quello di Norimberga dopo la 2° guerra mondiale; in cui
vengano giudicati i crimini di guerra sia Palestinesi che Israeliani di oggi.
Per ultimo ricordo che proprio a Norimberga fu per la prima volta , sancito
il diritto/dovere di ogni soldato o militante di organizzazione armata, a
ribellarsi e non eseguire ordini che la sua coscienza ritiene possano essere in
una qualche forma crimini di guerra o verso l’umanità.
Mi rendo perfettamente che questa mia proposta sembrerà utopistica o sarà
osteggiata anche solo perché rompe gli “schemi mentali di
riferimento” che molti hanno messo come base del loro modo di vedere il
mondo, e semplificare così una realtà assai più complessa.
Tuttavia credo che questa proposta possa essere uno dei semi possibili
intorno a cui costruire prima un confronto e poi una qualche soluzione reale e
duratura dell’intricatissimo problema.
Va benissimo criticarla, basta che se ne parli e diventi oggetto di
confronto in modo da determinare un nuovo orientamento dell’opinione pubblica
prima e dei governi poi.
Con l’augurio che ognuno di noi , riesca a suo modo, a contribuire alla
costruzione di un mondo migliore.
Ermanno Cavallini.