Un libro davvero sorprendente, in cui Mark Fisher mette a nudo molte dinamiche autodistruttive dell’attuale sistema capitalistico e che sfata il mito che vede come “non immaginabile” un possibile e migliore, sistema di diversa natura.
Assai lontano dall’apologia dei vecchi sistemi comunisti di stampo sovietico, che anzi sono pesantemente criticati; questo libro evidenzia come i disturbi mentali ed i deficit di attenzione giovanili molto diffusi nelle nuove generazioni, non siano che un effetto indotto da un turbo-capitalismo senza più frontiere che di fatto costringe per una serie di meccanismi concatenati le persone verso una vera e propria “Isola Umana” dove si perde di vista l’aspetto sociale e sistemico della nostra intera civiltà.
Un “isola umana” in cui le persone anche inconsapevolmente si trovano rinchiuse , costrette in un orizzonte prevalentemente edonistico e teso solo alla soddisfazione di desideri personali. Desideri che tra l’altro, corrispondono sempre meno ai bisogni realmente necessari delle persone.
Molto interessante la parte in cui l’autore trae dalla sua esperienza di insegnante nelle scuole medie superiori inglesi, la questione del deficit di attenzione che si rileva in maniera particolare negli adolescenti e il tema della burocrazia che perdendo di vista gli scopi per cui è stata creata finisce per lavorare in gran parte solo per se stessa, spingendo operatori ed utenti in un mondo sempre più lontano dai reali bisogni delle persone.
Anche il mondo dell’azienda che riduce le persone a numeri ne esce pesantemente criticata, soprattutto nelle dinamiche sempre più diffuse dei Call Center, che vedono operatori dalla possibilità di interazione volutamente limitata, non in grado di fornire risposte diverse da quelle delle tabelle a loro rigidamente imposte da un livello dirigenziale che mai si fa coinvolgere dai bisogni reali dell’utente finale.
Dei Call Center che in pratica fanno lavorare l’utente tenendolo al telefono piu nell’interesse dell’azienda che dovrebbe dargli servizi che in quello di loro stessi.
In conclusione un libro assolutamente da leggere , che rafforza ulteriormente la consapevolezza di dover ricercare i nuove soluzioni organizzative, filosofiche e politiche.
un libro e un pensiero che sembra fatto apposta per confermare la necessità di nuove teorie economiche e sociali , come appunto quella teoria del “Bene comune” , gia “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza” che porta avanti da tempo la nostra associazione.
Ermanno Cavallini
Caro Cavallini siamo alle solite non vuoi imparare dalle lezioni della Storia…anzi le storpi per un tuo ideologico rifiuto del Comunismo che è l”Unica Soluzione al Capitslismo e a tutti i suoi Mali. Inotre proponi il tuo lavoro… encomiabile e che io condivido e sostengo perché se applicato arriveremmo direttamente o quasi al Comunismo (poi si deve impartire tutta la cultura di elevazione spirituale del Comunismo: passaggio dal Monoteismo (Dio personale) al Monismo (Dio come Univero o Energia:Deus sive Natura)…Valorizzazione del Bene Comune…cultura della Non-Possessività e della Non-Competitività ecc…))…come un prodotto isolato diun autodidatta (anche se appoggiato da dibersi collaboratori) invece di inserirlo all’iterno di una ulteriore evoluzione del Pensiero Critico Socialusta. Ironia della sorte ti tagli da solo le gambe perché pensi indotto dalla falsa Propaganda del Sistema Capitalista che ti ha irretito che rifacendoti sl Pensiero Socialista/Comunista non faresti una bella pubblicità sl tuo lavoro perché ti hanno fatto credere che ormai Marx sia morto come Fio ed anche il Socialismo noni senta tanto bene…. Proponi la tua opera come una ulteriore elaorazione ed evoluzione del Pensiero Socialsta/Comunista quale essa in realtà risula r vedrai che avrai un succeso di marketing invidiabile. Io comumque ti appoggerò sempre. Namaste ☺ 💖 🌽
Caro Michele Caro, ti ringrazio per aver portato il tuo punto di vista, sempre gradito per un utile confronto. Come ben sai ritengo che il significato della parola “comunismo” abbia ssunto nell’opinione pubblica un significato molto diverso da quello che so, tu gli dai. Per interagire con un pubblico più vasto, ritengo utile chiarire che se pure si debba criticare l’odierno turbo-capitalismo, non + da considerarsi come sua antitesi l’idea di comunismo comunemente condivisa. Quella che propongo è una soluzione nuova e inedita che se non per te , per i più costituisce una “nuova via” lontanissima dall’idea di comunismo che oggi a torto o a ragione è comunemente condivisa dal comune cittadino, soggetto principale a cui francamente io mi rivolgo. Grazie ancora della tua preziosa interazione che mi permette di chiarire molti equivoci.