IL LATO OSCURO DELLA PUBBLICITÀ E LA VERA SFIDA PER COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE

La  retorica , di cui la pubblicità fa un grande uso, è essenzialmente la capacità di convincere il prossimo di una tesi voluta, anche a prescindere da quanto essa sia profondamente condivisa anche solo da chi la propone.

In questa ottica si concepisce ogni dibattito come un confronto dove c’è chi vince e chi perde, anche se in genere i “contendenti” rimangono delle idee iniziali, o tutt’al più si contendono – nel caso di eventi molto seguiti – il consenso di un pubblico vissuto come prevalentemente succube e scarsamente capace di pensiero autonomo.

La retorica è nota fin dall’antichità (il primo trattato fu quello di Aristotele scritto nel V sec a.C.)   ed è  oggi  usata nelle sue sofisticate evoluzioni, sia in pubblicità che in politica,  come oggi viene purtroppo concepita.  Questa è studiata per fare leva sulle emozioni legate alla parte più superficiale e più elementare del comune cittadino verso cui è diretta.

L’uso sempre più scientifico, massiccio e sistematico di questa pratica, tende a creare degli ancoraggi psicologici artificiali che rinchiudono sempre più le persone in una “isola umana” con una sua particolare, e in genere molto parziale, percezione della realtà. Questo a sua volta genera una vera e propria patologia sociale che tende a confondere l’importanza delle varie proposte inducendo a fare le scelte sbagliate in diversi contesti.

Storicamente la “cura” a questo male è in genere la  dialettica  proposta anticamente già da Socrate,  che invece prevede il confronto delle idee su base non competitiva ma collaborativa. La migliore dinamica dialettica infatti. non prevede che in un dibattito ci sia tanto chi vince o chi perde, quanto che i convenuti interagiscano contaminandosi a vicenda e in fine, partoriscano una nuova idea che è “più della somma delle parti”.

Naturalmente per attivare questo virtuoso percorso di “intelligenza collettiva” serve la disponibilità personale a mettersi in gioco e nel caso, di fonte a nuovi aspetti a cui non avevamo pensato, anche a cambiare idea in tutto o in parte.

La capacità di mettersi in gioco però richiede il coraggio di vivere un momentaneo disorientamento prima dell’instaurarsi di un nuovo e migliore convincimento, cosa che ha un costo in termini di “sofferenza psicologica” che in molti non sono più in grado di sopportare.

La consapevolezza della realtà è tanto migliore quanto migliore è il processo dialettico a cui partecipiamo, a parità di esperienza e intelligenza.

Siccome oggi questo processo è scoraggiato, ecco che anche la percezione della stessa realtà

risulta nei cittadini molto più frammentata e soprattutto limitata, nel tempo e nello spazio, alle immediate vicinanze dell’individuo.

Ecco allora se vogliamo costruire un mondo migliore, la necessità di adoperarsi tutti a promuovere la dialettica e a contrastare il dilagare malato della retorica.

Queste riflessioni nascono anche da una mia diretta esperienza di confronto sulle soluzioni alla attuale crisi economica con diverse persone che hanno già compiuto anni di studi in questo campo e che sono portatori di loro particolari proposte.

Pur sostanzialmente condividendo l’analisi della grave situazione di crisi “sistemica” della nostra economia, queste persone faticano a mettersi d’accordo su una qualunque proposta comune.

E questo sostanzialmente perché ognuno di loro è disposto assai poco a mettersi in discussione.

Temo che sarà questa la sfida che ci permetterà o meno di costruire un mondo realmente migliore, ma prego chi mi legge di esprimere il suo libero pensiero in tal senso sul blog.

Anche questo sarà un primo esercizio di dialettica costruttiva.

Un caro saluto a tutti

Ermanno Cavallini

5 risposte a “IL LATO OSCURO DELLA PUBBLICITÀ E LA VERA SFIDA PER COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE”

  1. è con piacere che leggo questo post, è una bella notizia di cui, pur essendo fanese, non ne conoscevo l’esistenza. Mi farebbe piacere avere contatti con voi vi lascio il mio indirizzo. Nadia Paci.

    1. Piacere nostro Nadia, visto che sei di Fano potremmo anche prendere un caffè insieme per conoscerci , puoi contattarmi al cell.3392006705

  2. La dialettica è la cura migliore contro il fanatismo da qualunque parte provenga; dopo qualsiasi stupida, oscena guerra sempre si è costretti a farne uso, ma per chi perde in posizione di sudditanza. E’ la prassi che contraddistingue l’homo sapiens dalle fiere, in cui conta l’uso della forza bruta, purtroppo molte fiere si nascondono dietro una maschera umana, complici le sofisticate tecnologie moderne e un uso improprio e subdolo delle scienze umane.

  3. Terribile e diffusa l’incapacità di troppe persone prive di un pensiero autonomo, prive di cultura tout court e di cultura politica, senza una capacità critica che li diffenderebbe dagli astuti demagoghi che creano il loro potere sui loro limiti.

    1. Si Bonaria hai ragione, questo è un problema non trascurabile , forse propria la prima cosa da fare è non lasciare che cada ma parlarne in tutte le sedi possibili e opportune…

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