Candidato a ben 5 premi Oscar, Il film “Green Book” racconta la storia vera di un raffinato musicista di colore e del suo autista/guardia del corpo di origini italiane, che nel 1962 compiono una turnèe nel sud degli Stati Uniti ancora permeati da un diffuso razzismo.
Il titolo si riferisce ad un libro, pubblicato dal 1939 al 1966, che indicava alle persone di colore i posti in cui erano graditi durante i loro spostamenti. Allora seguire i consigli del libro voleva dire per gli afro-americani non solo essere graditi, ma evitare “seccature” come essere picchiati o addirittura arrestati . Il libro è stato pubblicato negli Stati Uniti fino all’emanazione delle leggi antisegregazioniste volute dai fratelli Kennedy, allora rispettivamente Presidente e Ministro della giustizia degli Stati Uniti d’America. Nel film si cita anche l’intervento che Bob Kennedy in persona fece allora per far liberare i due, ingiustamente imprigionati da uno sceriffo razzista del profondo sud.
I due , all’inizio lontanissimi per cultura e modi, man mano che condividono l’esperienza del viaggio imparano a rispettarsi e a stimarsi a vicenda, fino a diventare amici per tutta la vita.
Peter Farrelly riesce ad esprimere magistralmente una regia veramente ben equilibrata tra commedia e denuncia antirazzista.
Il film, al di là della superficie, ha molti messaggi e livelli di lettura. In particolare colpisce molto come cambiano ed evolvono, durante il viaggio, gli ancoraggi psicologici dei protagonisti, che da mondi semi contrapposti giungono con l’esperienza e un aiuto reciproco ad adottare uno “schema mentale di riferimento” assai più evoluto.
Quello che viene narrato è un processo veramente di grande valore, dove i protagonisti gradualmente “cambiano idea” e mettono in discussione pregiudizi su cui avevano basato la visione di se stessi e del mondo, giungendo in fine ad una superiore consapevolezza.
Credo che questa dinamica, cosi ben descritta nel film, sia quella che in questo momento è cruciale per costruire un mondo migliore per tutti.Solo sperimentando e costruendo la necessaria visione d’insieme, potremo “aggiornare” il nostro modo di pensare in un mondo ogni giorno sempre più interconnesso e interdipendente e dove il nostro personale benessere dipende sempre più da scelte prese lontano da noi.
Anche la nostra associazione “Nuovo orientamento culturale” è impegnata da anni in questa battaglia culturale. Permetteteci a corredo del presente articolo, di donarvi con apposito link, una copia gratuitamente scaricabile della nostra proposta per costruire un mondo migliore per noi e per i nostri figli.
Ermanno Cavallini ,
resp. ass “Nuovo orientamento Culturale”