REDDITO DI CITTADINANZA , QUESTO SCONOSCIUTO

Ancora un certo numero di cittadini è contrario a qualunque forma di reddito di cittadinanza.

le motivazioni di questa avversione sono diverse ma  principalmente due:  la mancanza (vera o presunta) di copertura finanziaria; e la convinzione che sia una misura assistenzialista e per questo nociva sia all’economia che all’individuo.  Individuo che secondo queste persone, sarebbe portato a “dormire sugli allori” .

Vediamo di riflettere insieme almeno su questi due aspetti :

Per quanto riguarda la copertura finanziaria, qualcuno sostiene che è possibile recuperarla dagli sprechi e dai tagli alla politica. Forse per il prossimo anno potrebbe essere vero, oppure no, lo vedremo…

Ma una cosa è certa, se non si crea un meccanismo matematico automatico, legato al gettito fiscale complessivo, ogni anno saremo alle stesse polemiche, senza risolvere veramente il problema. Questo meccanismo è  previsto dalla teoria economica e sociale del “bene comune”, già   “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza” .

Per la seconda questione e cioè il fatto sia una misura assistenzialista,  possiamo dire che comunque verrebbe erogata solo a condizioni particolari;  tra queste,   impegnarsi a formarsi e ad accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro che gli verranno presentate dal centro per l’impiego. Per beneficiare del reddito di cittadinanza bisognerà partecipare ad un piano di reinserimento nel mondo del lavoro, si dovrà dimostrare che si impegnano almeno due ore al giorno per la ricerca di un lavoro e sarà necessario offrire la propria disponibilità per la partecipazione a progetti utili alla collettività, per un totale di 8 ore a settimana.  Tutto questo dopo una profonda riforma  dei centri per l’impiego, che oggi non sono certo in grado di assolvere alla funzione centrale che questo meccanismo prevede. Per ultimo è previsto addirittura il carcere per coloro che si approprieranno del reddito di cittadinanza impropriamente.

Detto questo dobbiamo però fare una riflessione più ampia e approfondita per capire veramente la questione.

Molti Credono ad una “meritocrazia apparente”, che in sostanza si traduce nel ragionamento per cui se uno è ricco comunque vuol dire che in qualche modo, ne ha merito;  cosa che in realtà non corrisponde al vero.

Certo, alcuni ricchi ne hanno effettivamente merito, ne la ricchezza è disdicevole in se. Ma è anche vero che molte ricchezze personali derivano da logiche di clan o baronie varie, Oppure perché figli o comunque parenti di altri ricchi,  o ancora perché in qualche modo si sono arricchiti (in parte o in tutto) in modo illecito. Quindi possiamo direabbiamo una ricchezza che sappiamo senza timore di smentita che la ricchezza , soprattutto la grandissima ricchezza,  non è sempre eticamente legittima. Inoltre molti considerano il merito di un successo economico esclusivamente attribuibile all’individuo. Anche questo è falso , perché se è vero che molte ricchezze piccole o grandi, sono anche il frutto di talenti e del lavoro individuale; dall’altro è altrettanto vero che questi individui hanno potuto esprimere i propri talenti esclusivamente perché sono inseriti in una civiltà complessa, che permette di valorizzare questi talenti.

Per fare un esempio pensate al più grande capitano d’industria che conoscete, ora immaginatelo invece che nato ai nostri tempi, nato in una cultura preistorica, diciamo 10.000 anni fa, è certo che non avrebbe potuto valorizzare i suoi talenti se non quelli legati all’immediata sopravvivenza.

E quindi possiamo dire che una buona parte del successo di ogni “ricco” è da attribuirsi non solo a lui. ma soprattutto alla società intera in cui vive e lavora.

Da questa semplice riflessione si capisce come ogni “egoista” che sia sufficientemente intelligente e lungimirante non può che evolversi in altruista.

Altruista nel senso che anche per il suo bene, deve preoccuparsi del buon funzionamento e dell’efficienza dell’intero sistema sociale e non solo di chi è nelle sue immediate vicinanze.

In questa ottica il reddito di cittadinanza assume un valore strategico di una vera manovra economica.

Il motivo è che da un lato impedisce che cali la domanda di beni e servizi interni, con conseguente chiusura o riduzione di altre aziende dell’economia reale, dall’altro evita che si crei una casta di emarginati che ces

sarebbero in buona parte di dare un contributo attivo alla crescita culturale dell’intero “corpo sociale” e diventerebbero invece sia pur indirettamente una zavorra.

Aggiungiamoci poi che la quarta rivoluzione industriale, già in atto, da un lato aumenterà la disponibilità di beni e servizi, ma dall’altra creerà una percentuale crescente di “disoccupati sistemici”.

Questo per il motivo che serviranno sempre meno posti e ore di lavoro umano per produrre gli stessi beni e servizi, senza pensare poi, alle “buone relazioni sociali” che sono parte integrante della qualità della vita di ognuno di noi.

Questa è una terremoto culturale e psicologico in arrivo, di cui in molti ancora non si rendono conto, ma che dovrà necessariamente vedere ripensati molti concetti oggi dati per scontati, come ad esempio, l’identità e l’autostima dell’individuo legata al lavoro che fa, o la motivazione a creare contenuti costruttivi a favore dell’intera società.

Ci sarebbe ancora molto altro da dire, ma certe riflessioni per alcuni sono forse troppo dense , per cui al momento fermiamoci qui.

Invito chiunque legga questo breve articolo a lasciare qui sotto un suo libero commento o se crede anche una critica.

Vi invito anche a visitare la pagina della teoria del “bene comune” (gia Capitalismo a doppia valvola di sicurezza) al link qui sotto:

la teoria economica e sociale del “BENE COMUNE” conosciuta anche come “CAPITALISMO A DOPPIA VALVOLA DI SICUREZZA”

Un augurio di buona fortuna a tutti noi

Ermanno Cavallini

9 risposte a “REDDITO DI CITTADINANZA , QUESTO SCONOSCIUTO”

  1. Aderisco volentieri all’ invito ad esprimere un giudizio su questo argomento.
    Ho letto e riletto l’intervento ma non mi sono convinta della bontà di questa riforma. Capisco a cosa vanno incontro le nostre società sempre più automatizzate, ma so anche che la persona è quella che è e non si intravvedono miglioramenti radicali. Solo lievi miglioramenti se è in condizioni ottimali che peraltro non sembra ci saranno.
    Mi auguro che finalmente si debba tornare al piccolo negozio rinunciando ai grandi centri commerciali che hanno arricchito le multinazionali e impoverito noi in tutti i sensi e si continui a cercare occupazioni utili per tutti perché, come dicevano i nostri nonni, l’ozio è il padre dei vizi. Dei brutti vizi che sono già così diffusi. E mi vengono in mente i più innocenti: l’eccessiva attenzione al nostro corpo che si esprime nelle labbra rifatte, nei seni gonfiati, nelle plastiche facciali per uomini e donne ecc. che testimoniano il vuoto presente del quale gia’ soffriamo abbondantemente.
    Invio però agli amici dei 5 *****di Pesaro i miei più cordiali saluti

    1. Grazie di aver condiviso con noi il tuo pensiero Piera Mori, ogni contributo anche critico se costruttivo è molto importante. Personalmente sono d’accordo con te quando critichi il “culto dell’apparenza” soprattutto quando è indirizzato più ad avere un effimero e dubbio successo, piuttosto che alla salute fisica e mentale dell’individuo. Le riflessioni sul reddito di cittadinanza dell’articolo sono in armonia con la teoria del “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza” di cui se mi permetti ti vorrei donare una copia. Copia che potrai liberamente scaricare da questo link: https://www.nuovorientamentoculturale.it/wp-content/uploads/2017/01/CADVS-shareware-vers-1_41.pdf
      se vorrai dopo che avrai letto le 60 paginette di sintesi dal taglio volutamente divulgativo (niente formule o diagrammi complessi) , ci farebbe molto piacere avere un tuo pensiero.

  2. Lucida riflessione, chiara e intellettualmente onesta. Sarebbe ottima cosa se la gente leggesse questo genere di articoli e non si facesse incenerire le sinapsi da slogan di manipolatori seriali. Grazie Ermanno Cavallini.

    1. Grazie a Te Mariagrazia, visto che l’articolo ti sembra valido , posso chiederti di segnalarlo a più persone possibile? , lo scopo è di cercare di raggiungere il prima possibile la “massa critica” di persone sufficiente per innescare un effetto a catena….

  3. “Tutto questo dopo una profonda riforma dei centri per l’impiego, che oggi non sono certo in grado di assolvere alla funzione centrale che questo meccanismo prevede”
    Avete mai sottoscritto un PATTO DI SERVIZIO?
    Avete mai cercato lavoro attraverso l’ex collocamento?
    Pensate davvero di trasformare quei dipendenti “che nulla hanno da temere “

    1. Si Roberta ho avuto personalmente a che fare con i centri per l’impiego, anche come disoccupato. Sono d’accordo con te non vanno potenziati ma radicalmente riformati, trasformandoli in qualcosa di molto diverso da quello che sono adesso.

  4. L’uomo che è nato in una società umana ed è stato allevato da questa, se non conosce il significato ed il valore della parola ” umanità” è peggio di un animale. Il reddito di cittadinanza è un meccanismo che riconosce al cittadino in cerca di occupazione un sussidio che gli consenta di non sentirsi mortificato nella propria dignità, per cui, coloro che lo contrastano sono gelosi del successo politico del M 5 stelle e accecati dall’egoismo. Personalmente sono promotore di una proposta che riconosce al cittadino in cerca di occupazione il diritto ad avere un lavoro di pubblica utilità tramite gli enti gli enti locali in attesa di un lavoro attinente alla propria qualifica professionale, in quanto considero che tutti i lavori sono utili e che è l’essere umano che da dignità al lavoro e non viceversa. Per conoscere la proposta di legge sul lavoro fondata sulla Costituzione Italiana, ti invito a leggere il libro” Pensieri e Proposte di Civiltà e Progresso” distribuito da STREETLIB.COM a pagina 113.

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