Oggi 24 marzo 2020 per lavoro, ho dovuto percorrere circa 200 km tra autostrada e percorsi cittadini in un Italia che si stenta a riconoscere. Il mio lavoro di operatore del pronto intervento sociale, mi costringe a guidare con guanti e mascherina, il che complica non poco la guida. Se non si pone una particolare attenzione la mascherina ti appanna gli occhiali e i guanti in lattice rendono la presa del volante meno salda. Ma in auto avevo dei soggetti a rischio, per di più alcuni minori, e questo ovviamente, rende ancor più intransigenti sulle misure, non solo di protezione mia, ma soprattutto di protezione dei trasportati; Questo nell’ipotesi che anche io fossi inconsapevolmente uno dei tanti positivi asintomatici esistenti sul territorio.
Tra i vari negozi, aperte solo farmacie supermercati e le tabaccherie. In giro per le strade spettrali solo furgoni delle squadre di manutenzione, camion e pattuglie delle forze dell’ordine. Al ritorno, mi fermo in un autogrill per andare in bagno e lo trovo surreale con il ristorante chiuso, un unica barista che ti serve il caffè da ben oltre un metro con bicchierini di carta passati esattamente sulla X rossa tracciata sul grande bancone ora spoglio; nel grande locale normalmente affollato, solo due persone. In una autostrada praticamente vuota, corrono quasi esclusivamente, grossi camion a lunga percorrenza. Sono immagini che sembrano di un film distopico.
Tutto questo, a parte gli oggettivi problemi sanitari, ha l’effetto di un sonoro schiaffo a molte nostre certezze di solo un mese fa. Ma forse, penso, quando sarà finita, sarà anche l’occasione per ripartire su nuove basi. L’enorme debito pubblico che non solo il nostro paese sta incrementando, per fronteggiare per le spese eccezionali, in qualche modo porrà un nuovo problema a livello europeo e mondiale che dovrà essere risolto in vari modi possibili.
Come sarà possibile restituire tutti i miliardi necessari a fronteggiare la crisi? Forse solo cambiando sistema e introducendo dei correttivi, in una economia ultra competitiva e scarsamente collaborativa che vede, oggi, arrivare al pettine molti dei suoi nodi.
Forse questa sarà l’occasione per far conoscere e poi applicare una nuova teoria economica e sociale che io e la mia associazione portiamo avanti ormai da un 2016 che sembra lontanissimo nel tempo. Un’idea, in fondo, semplice, che potrebbe veramente risolvere la situazione e contribuire a creare un mondo davvero migliore per tutti.
Cari amici, permettetemi in questa occasione, di farvi dono di una copia in PDF del piccolo libro dal taglio volutamente divulgativo che la descrive:
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Un caro saluto a tutti e un incoraggiamento reciproco per far fronte alle innegabili difficoltà.
Ermanno Cavallini
Bravo Ermanno! Resilienza!!!